Dalla Jugoslavia all’Ucraina, l’egemonia degli Stati Uniti

Gli Stati Uniti spendono più di 250 miliardi di dollari all’anno in spese militari. Questo è l’unico settore della spesa federale che non subisce notevoli tagli. Lo scopo ultimo degli Stati Uniti è il controllo dei destini del pianeta, militarmente, politicamente ed economicamente. E’ guidato da un insaziabile appetito del profitto…

Il mezzo più veloce, più immediato, per dare credibilità alle proprie mire espansioniste, è quello di agire sotto la pretesa di proteggere i diritti umani ed usare le “sanzioni” (economiche) come arma fondamentale per distruggere quei Paesi che, a parere degli Stati Uniti, cioè a parere di un Paese che tali diritti non ha mai rispettato, non intendono rispettare.

Innanzitutto occorre far leva su tutto ciò che in un dato Paese possa scardinare l’unità politica ed economica creata da un dato sistema sociale. Gli elementi più comuni su cui far leva sono tutti quelli che “naturalmente” tendono a disunire gli uomini anziché ad unirli: questi sono essenzialmente la religione ed il nazionalismo, e tutte le forme ibride risultato della loro commistione in diverse e variegate formule.

Basta ricordare che l’URSS fu mediaticamente bombardata da oltre 70 anni di propaganda religiosa e nazionalista concertata dai servizi segreti occidentali. La stessa cosa è stata fatta in Jugoslavia, ma l’assenza dell’URSS ha permesso anche un uso sfacciato della forza militare combinata con la propaganda vera e propria.

Il meccanismo adottato in Jugoslavia è stato di una semplicità mostruosa:

1. Fomentazione dei nazionalismi e dei particolarismi.

2. Minacce internazionali tese a “difendere” le manifestazioni democratiche “anticomuniste” all’interno della Jugoslavia;

3. Provocazione spinta fino all’esasperazione tesa a “sfidare” il governo jugoslavo a lasciar fare l’opposizione anche quando questa si è resa direttamente colpevole di incitamento alla violenza;

4. Applicazione di sanzioni per punire la Jugoslavia rea di reprimere i diritti umani (diritti umani intesi qui come attività intesa a  distruggere il sistema socialista). Le sanzioni economiche spingevano la gente a manifestare contro il governo che li affamava (in realtà erano le potenze occidentali ad affamare la Jugoslavia). Se il governo reagiva, gli Stati Uniti minacciavano la Jugoslavia di ulteriori sanzioni. Di fronte a questo perverso meccanismo messo su dagli Stati Uniti, l’Onu o non ha reagito o è stato complice e i partiti di sinistra di tutto il mondo (salvo poche eccezioni) hanno dimostrato di non aver capito nulla.

Per dare maggiore credibilità alle sanzioni, sono state inventate ulteriori accuse contro Milosevic di crimini contro l’Umanità, e segnatamente le accuse di pulizia etnica e genocidio nei confronti della popolazione albanese del Kosovo, laddove resta certo (anche perché le prove del contrario non esistono) che al momento dell’intervento della NATO non esisteva alcun genocidio in Kosovo, mentre l’unica pulizia etnica era stata subita dai serbi sin dal 1981.

Non si può certo immaginare  che tale situazione non fosse a conoscenza delle potenze occidentali, nondimeno queste ultime dovevano agire contro Milosevic che impediva con ogni mezzo che la Jugoslavia venisse definitivamente distrutta.

Gli Stati Uniti sono intervenuti nella Jugoslavia per continuare l’opera lasciata in sospeso dai nazisti. Questi ultimi dovettero andarsene perché cacciati dai partigiani comunisti, che organizzarono la più formidabile resistenza antifascista di tutta la seconda guerra mondiale.

Ora come allora sono utilizzate sia le ragioni interne (i due fondamentalismi religiosi, l’uno cattolico-croato, l’altro islamico-kosovaro, oggi come allora entrambi coloriti di un fascismo ottimamente radicato e socializzato), sia le ragioni esterne (l’espansionismo e l’aggressività proprie del nazismo di ieri e del capitalismo anglo-americano di oggi).

Per la stessa ragione di allora, quando la Jugoslavia riuscì a resistere e a cacciare via i nazisti e al fine, a ritrovare la propria indipendenza e un proprio sviluppo economico, allo stesso modo oggi l’unica soluzione per costruire la pace nella ex Jugoslavia è quella di cacciare gli americani e i loro alleati, così come allora vennero cacciati i nazisti e i loro alleati.

Del resto l’unico modo che gli Stati Uniti hanno avuto per mettere fine alla guerra in Vietnam è stato di andarsene. Quando gli Stati Uniti lasciarono l’Indocina questa era in rovina con il paesaggio butterato di bombe e profondamente inquinato. Esattamente com’è oggi la ex Jugoslavia. Sulle rovine e sulla distruzione di popoli, il capitalismo costruisce i propri affari.

Prima Parte

Estratto dal libro “IL SOAVE PROFUMO DELL’IMPERIALISMO” di Gianni Viola, Ricercatore scientifico, giornalista freelance e consulente politico — militare d’Ambasciata. Originariamente pubblicato sul sito www.interkosmos.it

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