A NOI, di Bruno Tomasich – Considerazioni

A NOI, di Bruno Tomasich

A NOI, di Bruno TomasichDal mio libro “A Noi!” in cui parlo dei vecchi ma anche dei nuovi padri della Patria. Due Patrie di cui una con la P maiuscola e l’altra con la minuscola di paese: “Carlo Azeglio Ciampi fu uno dei padri della Patria che dopo avere trascorso le vacanze estive in barca con Soros, dilapidò 48 miliardi di dollari in una strenua quanto assurda difesa della lira dalla speculazione da parte del finanziere sedicente filantropo che poi avrebbe dichiarato:

“L’attacco speculativo contro la lira fu una legittima operazione finanziaria”

facendo chiaramente intendere che Ciampi era semplicemente inciampato dato che non aveva capito che la Banca Centrale tedesca non avrebbe appoggiato l’Italia. Riporto letteralmente da “L’Huffington Post” del 28 febbraio 2016 che, in collaborazione del gruppo Espresso, così rievoca l’operazione:

“L’azione di Soros nel 1992 – la vendita di lire allo scoperto comprando dollari – costrinse la Banca d’Italia a vendere 48 miliardi di dollari di riserve per sostenere il cambio, portando a una svalutazione della nostra moneta del 30% e l’estromissione della lira dal sistema monetario europeo”.

Mi fido di queste considerazioni fatte in accordo dello stesso Soros che va orgoglioso delle sue legittime mascalzonate. D’altra parte ben conoscendo i miei limiti di conoscitore di affari economico-finanziari non ho altra scelta dovendo di conseguenza prendere atto che Ciampi, il governatore della Banca d’Italia, in tutto questo ci fa la parte del “Pirla”. A meno che…

Intanto “a Ciampi, per questo servizio al Paese, verrà l’alto riconoscimento della Presidenza della Repubblica, a Prodi, come sappiamo, spettò l’onore di proporre George Soros, l’attentatore peraltro confesso della nostra moneta, alla concessione della laurea “honoris causa” dell’Università di Bologna. Per quella cerimonia di laurea Prodi fu perfino relatore. Successivamente lo stesso Prodi, oltre ad essere liquidatore (nel senso proprio di liquidare) delle nostre imprese ebbe incarichi di governo nazionale ed europeo e fu anche senior advisor della Goldman Sachs. Più integrati di così…”

Il virgolettato ultimo l’ho tratto da un altro mio libro dal titolo “Monti di cartapesta”, ma è un argomento che ricorre spesso nei miei libri che, seppure esprimono il mio pessimismo di persona per bene, sembrano accettare la tesi, chiamiamola pure buonista, del pirla o del personaggio di cartapesta, sorvolando sul termine “conflitto d’interesse” che per definizione appartiene al nemico Berlusconi. Così mentre ciascuno si faceva gli interessi propri Berlusconi è divenuto l’immagine del male che, come dice Cerno “utilizza il potere come una scorciatoia per fare i propri interessi”. In realtà non è andata proprio così perché Berlusconi ha usato i propri interessi per conquistare il potere in quanto si è messo in politica dopo avere fatto gli affari propri mentre molti dei suoi avversari, ed in particolare quelli di sinistra, sono entrati in politica che avevano le pezze al culo e poi si sono fatti gli interessi loro.

Se volete conoscere le malefatte di Berlusconi leggete “A Noi!” scritto da Tommaso Cerno, io sul mio “A Noi!” quelle malefatte le do per lette, tanto ce le hanno raccontate fino alla nausea, e mi limito a raccontare qualcuna di quelle malefatte che Cerno non vi racconterà mai, a cominciare da quelle di De Benedetti. Ai giornalisti de “La Repubblica” e de “L’Espresso” non ha fatto impressione che la trattativa di vendita condotta nel 1985 delle Aziende agro-alimentari del gruppo Sme da parte dell’IRI sia stata trattata quasi fosse una faccenda privata fra Prodi e De Benedetti?

In quell’occasione la trattativa fu bloccata dal governo dopo che, alla notizia che la proposta d’acquisto da parte di De Benedetti era giunta alla conclusione, erano pervenute altre offerte e a Prodi erano state rivolte critiche riguardanti il prezzo stabilito per la vendita dell’intero complesso alimentare pubblico SME-SIDALM in quanto l’offerta di 497 miliardi di lire da pagare entro la fine dell’anno successivo era ritenuta incongrua. L’alienazione effettiva nel 1993, che fu comunque ritenuta una vera e propria svendita, fruttò oltre quattro volte il prezzo che avrebbe ottenuto nel 1985 dal gruppo De Benedetti. Fatti i dovuti calcoli per tenere conto della svalutazione che in quegli anni era stata micidiale, i ricavi per la distruzione del patrimonio dell’industria agroalimentare italiana furono maggiori ma i danni procurati dalle privatizzazioni non potranno essere più riparati. Nelle operazioni di trasformazione dell’economia italiana, dei cui benefici tutti noi siamo testimoni e benefatti, De Benedetti è sempre stato presente avendo sempre i giornalisti del gruppo “L’Espresso” al suo fianco. Mentre De Benedetti si è sentito un difensore dell’ambiente ha ottenuto vantaggi economici consistenti da questo suo verde atteggiamento vendendo certificati verdi fino a che gli è convenuto e operando efficacemente nel campo delle energie alternative. Mostrando l’immagine di una bella foglia verde sotto il logo “Energia Pulita” la Sorgenia indicava orgogliosa le tonnellate di CO2 risparmiate nel campo eolico e fotovoltaico e al tempo stesso devastava i paesaggi montani, in particolare del Molise e delle Puglie, disseminandoli dei suoi mostri eolici dalle radici formate da enormi blocchi di cemento che impediranno di assorbire le acque che, anziché scorrere benefiche a irrigare i campi di pianura, si trasformeranno in devastanti alluvioni. Sotto il suo rassicurante logo ecologico Sorgenia scriveva: “

Energia Pulita è la proposta di Sorgenia per chi ama l’ambiente e per chi ritiene che il primo requisito dell’energia verde sia la certezza della sua provenienza”

e concludeva dicendo:

“siamo in grado di garantire al Cliente che ha scelto l’opzione Energia Pulita, che ogni kWh acquistato è bilanciato da un pari approvvigionamento di energia proveniente da una fonte rinnovabile, certificato appunto tramite Garanzia di Origine rilasciata dal GSE”.

Dopo essersi presentata come produttore di energia del ciclo combinato alternativo e termico a basso impatto ambientale (biomasse e gas), la Sorgenia è passata a privilegiare il carbone con la Tirreno Power di cui è divenuta azionista di maggioranza nel 2007. La Tirreno Power gestisce la centrale termoelettrica a carbone di Vado Ligure che, fino al 2012, ha continuato a macinare utili che hanno fatto ridurre l’importanza della vocazione verde del De Benedetti di fronte alla scelta del nero carbone. Da quel momento la Sorgenia ha cominciato a chiedere, nell’interesse generale sostenuto dalla sua complice stampa, l’abolizione dei certificati verdi e l’applicazione dei “capacity payments”, una forma indiretta di incentivazione, pagata dai consumatori, delle cosiddette energie pulite intermittenti come l’eolico e il fotovoltaico, sostenendo l’energia prodotta dalle centrali termoelettriche. Sembra un paradosso ma è una forma contraddittoria di sostegno all’energia cosiddetta pulita (che in fondo non lo è tanto) attraverso il sostegno dell’energia meno pulita che diventa ancora più sporca quando usata in modo discontinuo. Una vera e propria follia che è trasmessa in modo distorto dai media e dagli ecologisti da quattro soldi, quei soldi che vengono estorti all’ingenuo consumatore-contribuente. Il consumatore deve pagare le centrali termoelettriche per stare in Stand-by o produrre a vuoto per utilizzare le energie pulite quando c’è il sole e soffia il vento, ed ancora deve vedere moltiplicati i piloni e le loro basi in cemento o i cavidotti per trasportare l’energia prodotta, spesso in supero, in tempi concentrati: di giorno pulita, di notte, che non si vede, sporca. Quando nel 2012 lo squilibrio fra energia alternativa prodotta dalle nuove FER e quella prodotta dalle centrali termoelettriche ha messo in crisi quest’ultime, la Sorgenia che vi aveva investito ingenti capitali ha cominciato la sua battaglia per privilegiare ll “capacity payment” rispetto ai “certificati verdi”. Con questo dispendioso e stupido marchingegno di sostegno la “Tirreno Power”, che era entrata in crisi dal 2012, è stata salvata dal fallimento per il “provvidenziale” intervento del governo Renzi che, nell’estate del 2014, ha tolto dai guai la Sorgenia che, per continuare ad inquinare, ha ricevuto la dote di 150 milioni di € l’anno. La dote ha permesso di rassicurare le banche creditrici, con il “Monte dei Paschi di Siena” in testa, che sono diventate azioniste di Sorgenia dal cui capitale si è defilato Carlo De Benedetti”.

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