Archi, la protesta degli immigrati

Archi, protesta degli immigrati

“Ci sono i fondi per la struttura di Archi, ma nel frattempo serve una soluzione per gli ospiti”

Archi, protesta degli immigratiScendono in strada gli immigrati. Dopo la protesta al centro di primissima accoglienza di Archi, dello scorso 18 luglio, stamane la manifestazione ha investito le vie del centro storico.

Gli immigrati ospiti chiedono condizioni di vita migliori e, soprattutto, chiedono di poter raggiungere le città del Nord Italia.

Specchietti per le allodole. Anche nei grandi centri urbani riguardo all’accoglienza degli immigrati, in Italia, come all’estero la situazione al collasso è generalizzata.

L’assessore comunale alla legalità ed alla sicurezza Giovanni Muraca che (insieme al delegato comunale alla protezione civile Antonio Ruvolo) segue la vicenda dall’inizio, spiega le problematiche del caso.

Reggio Calabria è un centro di primissima accoglienza, ciò presuppone una sosta degli immigrati per pochi giorni per poi raggiungere altri centri.

“Ma la realtà dei fatti – afferma Muraca – è che i centri di prima accoglienza ed il resto sono completamente saturi”.

Nella città dello Stretto sono tre i presidi per l’emergenza degli immigrati: oltre all’ex polo universitario di Archi, c’è lo “Scatolone” ed i locali della Capitaneria di porto.

I continui sbarchi poi non consentono un attimo di pausa. Giorni necessari per realizzare uno degli intenti dell’amministrazione Falcomatà.

“Col 99% di certezza abbiamo ottenuto un finanziamento del ministero – chiarisce l’assessore – con questi fondi si potrebbero utilizzare per sistemare nel migliore dei modi e rendere più confortevole la struttura di Archi”.

Ma il problema è: dove sistemare gli immigrati (considerata la cadenza dei nuovi sbarchi) nel tempo necessario per fare i lavori?

Un interrogativo non di poco conto se si tiene presente il numero degli immigrati presenti.

Insomma una bella “patata bollente” con la quale i volontari e la popolazione si sono finora misurati egregiamente.

Una questione che potrebbe alleggerirsi se condivisa con i sindaci della città metropolitana.

“Molti di loro si sono dimostrati disponibili – dice Muraca – Bagaladi ad esempio, ha accolto 30 minori.

La cosa più triste sono gli amministratori che in pubblico fanno i paladini dell’integrazione e che in realtà ci hanno sempre voltato le spalle”.

Prime iniziative del neo Prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari sul tema dell’immigrazione.

Giovedì pomeriggio, il Prefetto effettuerà un sopralluogo presso l’attendamento in San Ferdinando – unitamente al Capo Dipartimento della Protezione civile regionale, Dr. Tansi, e ai componenti della Commissione Straordinaria di quel Comune – al fine di verificare lo stato di attuazione degli interventi relativi alla prima fase del noto Protocollo operativo, stipulato presso questo Palazzo del Governo lo scorso 19 febbraio, mirante a garantire, nell’immediato, la riconduzione dell’attendamento a condizioni di vivibilità, unitamente ad interventi di bonifica e iniziative volte a una ordinata “gestione del campo”.

Venerdì 9 settembre, alle ore 12:15 presiederà, per la prima volta in questa sede, il Consiglio Territoriale dell’Immigrazione sul tema dell’accoglienza degli immigrati in questo territorio provinciale.

Lunedì 12 settembre, alle ore 12,30, il Prefetto di Bari presiederà, invece, un incontro con tutti i Sindaci della provincia per una ulteriore sensibilizzazione degli stessi sulla necessità di attivare forme di accoglienza diffusa dei cittadini extracomunitari in tutta la provincia.

Infatti la recente ondata migratoria che ha interessato le coste italiane e quelle calabresi e siciliane in particolare comporta l’esigenza che sia avviata ogni utile iniziativa per il reperimento di nuovi posti.

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